martedì 27 febbraio 2007

Il pizzo Bernina (m 4050)

8 agosto 2006. Preludio d'una bufera sulla cresta del Bernina .

Il colosso delle Alpi Centrali


Nelle Alpi Centrali una sola vetta supera i 4000 metri, ed è proprio la più alta della Valtellina, il Pizzo Bernina (m 4050).
Scrive il Saglio: " Segnale trigonometrico di prim'ordine e punto culminante del gruppo [...]. Compreso tra la Bréccia del Bernina, la Forcola di Cresta Guzza e la Bréccia dello Scércen, la superba montagna si mostra con possanza ed eleganza e con un prestigioso corteggio di cime altrettanto belle".
Il toponimo trae le sue origini dalla parola celtica Ber, che significa sorgente. E appunto il Bernina, con i suoi immensi colossi di ghiaccio, che alimenta l'Adda, quindi il Po', dal versante italiano, e l'Inn, quindi il Danubio, da quello elvetico.
La storia alpinistica, come per il pizzo Scalino, fu precoce per l'interesse topografico insito nella vetta. Il 13 Settembre 1850 il topografo J. Coaz con Joan e Lorenz Ragut Tscharner, dopo una lunga preparazione di studi e di misure delle vette circostanti, partì da Bernina Sout alle 6 del mattino. Risalì il ghiacciaio del Morteratsch e, superatone la terribile crepacciata mediana, il Labirinth, attaccò le rocce della possente spalla E. Seguitando su tale cresta il gruppo raggiunse la vetta alle ore 18.

Floriano Lenatti, custode per molti anni della Marco e Rosa, e il suo Bernina.

Tale itinerario fu il preferito per molti anni sia dalle cordate che salivano dal versante elvetico, sia dalle cordate provenienti dalla Marinelli. Dal 1914, a seguito anche dell'inaugurazione della capanna Marco e Rosa, la via comune cadde sulla spalla SE che , benchè più lunga per le comitive provenienti dal Morteratsch, offriva in definitiva minori difficoltà alpinistiche. Famossissima lungo la via Normale è l'affilatissima lama di ghiaccio che unisce i m 4021 della punta italiana ai 4050 della punta svizzera. Non è raro che molti alpinisti s'arrendano di fronte al terrore che degli immani precipizi che racchiudono la sottile cresta.

il Bernina dal Bivacco Paravicini

La via di maggior interesse alpinistico è la cresta Nord o Biancograt, lunghissima e faticosissima ascensione per la Crest'Alva (Pizzo Bianco), costellata di passaggi e paesaggi mozzafiato. Chi la percorre è solito pernottare (?!) alla Chamanna da Tschierva ed iniziare la giornata con la classica levataccia alle 3 di notte per concludere l'uscita in Marco e Rosa nel primo pomeriggio!
Il mio rapporto affettivo con questa montagna è grandissimo. L'ho salito per la prima volta che ero ancora un bambino (12 anni), ricordo un colosso di ghiaccio e rocce, precipizi mozzafiato, creste taglienti come lame, ma anche una tranquillità surreale, la felicità di essere arrivato con le mie sole gambe ad un passo dal cielo.
E poi ancora, quando l'8 agosto 2003, in compagnia del mio amico Marini, l'ho salito partendo a piedi da Sondrio per poi ritornarvi dopo 21h e 43' di interminabili fatiche ed emozioni.

L'impresa Sondrio-Bernina-Sondrio

Itinerario di salita per la via Normale


1 commento:

vitto #75 ha detto...

Naturalmente a questa vetta va il mio voto, indiscutibilmente al n° 1