venerdì 23 febbraio 2007

Il Gran Zebrù (m 3851)

Il Re e la sua corona

La gente del Sudtirolo lo chiama “der Koenig”, il Re. Rehinold Messner, il grande alpinista, l'ha annoverata tra le più belle vette ghiacciate della Alpi centrali. Si, perché il Gran Zebrù di regale non ha soltanto elevazione e aspetto, ma anche una corona: la cosiddetta "meringa", la caratteristica vela di ghiaccio pensile , praticamente sospesa sopra la parete nord per decine di metri. Tanto perfetta da sembrare scolpita dalla mano di un maestro. Imponente e maestosa, l’affilata piramide del Gran Zebrù spicca tra le cime del massiccio dell’Ortles-Cevedale tanto da renderla senza ombra di dubbio la più bella vetta del gruppo, più bella anche dell’Ortles stesso (3905 m), al quale è seconda in altezza.


Certo il nome regale ricorda anche le pretese che questa superba montagna avanza nei confronti degli alpinisti: se lo si vede da nord è facile arrendersi subito e pensare all’impossibile.
Solo in pochi possono ambire ad stringere in mano la chiave per accedere alla "corona del Re", e per farlo la sfida consiste in una via di salita diretta, che per essere tale deve vincere il temibile cornicione sporgente della “meringa”.
Sicuramente però esistono modi più gentili per avvicinarsi al sovrano: la via normale, anche se da non sottovalutare, è più accessibile e sale lungo il grande pendio sud-est per un dislivello di 400m, con un’inclinazione da 30 a 50 gradi, spesso chiazzato di lastre di ghiaccio, fino alla vetta. Faticoso, certo, ma dalla cima di questo gigante di pietra la vista su Adamello, Presanella, Bernina e Alpi Venoste è incomparabile.
Purtroppo, il Gran Zebrù è tristemente noto anche per fatti non piacevoli: esso è stato involontario protagonista, insieme alla altre vette del gruppo, delle ben note vicende della 1° guerra mondiale (1915-18), dove la regione dell'Ortles - Cevedale fu teatro di cruenti scontri fra le truppe italiane e quelle austriache. Riesce difficile oggi immaginare le disumane condizioni di vita a cui i soldati, già provati dal lungo conflitto, erano sottoposti nei combattimenti per la sopravvivenza a queste quote, dove oltre che con il nemico si lottava quotidianamente contro le avverse condizioni climatiche.
(Nelle foto: 1 - In primo piano il Gran Zebrù, alle sue spalle l'Ortles; 2 - L'impressionante parete nord; 3 - La celebre "meringa" di ghiaccio)

2 commenti:

Beno ha detto...

sicuramente merita il mio voto!

Anonimo ha detto...

Well written article.